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Il disegno
IL DISEGNO

(dal libro “Sulle ali dell’arte – Itinerario artistico tra arte e spiritualità”, di Olga Serina)
Il disegno non è altro che espressione di un concetto o di un’idea concretizzata, resa cioè tangibile al senso della vista, ciò che l’occhio percepisce, la nostra psiche traduce in un insieme di linee e di punti. Il disegno, pur se espresso attraverso il gesto della mano, è comunque segno di un’attività mentale, proprio perché la mente umana dà origine ad un concetto astratto che viene poi tramutato col segno in immagine visiva. Come manifestazione dell’attività umana, il disegno costituisce un’arte antichissima almeno quanto l’uomo stesso. L’essere umano ha sempre avvertito l’esigenza di comunicare ed esprimere se stesso tramite il disegno e in un secondo tempo con la pittura. Col disegno si possono rappresentare oggetti, luoghi, situazioni, concetti; si possono descrivere, raccontare, narrare fatti storici, si riescono a esprimere sentimenti, rivelando emozioni, fantasie, paure, il disegno può suggestionare, può trasmettere messaggi di qualunque tipo e genere. Tutto ciò che viene costruito nella realtà, viene prima ideato e disegnato. Se ad esempio un costruttore edile vuole edificare una casa, l’Architetto o l’Ingegnere devono ideare e realizzare il progetto dell’edificio da costruire, occorrono molti disegni, di pianta, sezione, prospetto dell’abitazione da realizzare. Se uno scultore vuole creare una scultura, affinché possa riuscire nel suo intento egli dovrà, prima di realizzare l’idea, preparare un accurato disegno in scala; anche riguardo al campo della moda, dell’arredamento e dell’oggettistica, della tecnica, per qualunque cosa occorre l’ideazione, inevitabilmente si passa attraverso il disegno. Il disegno, se affrontato seriamente, presenta regole ben precise, così come per la scrittura implica precise regole grammaticali e norme da rispettare, anche per il disegno ci sono norme e regole universali; stesso dicasi per la pittura. Ecco le nozioni basilari in cui si riassumono le regole d’oro del disegno: Proporzione tra le parti e l’insieme. Rapporto (di proporzione) tra le parti stesse. Rispetto delle angolazioni geometriche, caratteristiche presenti nello schema di contorno e di collegamento tra le parti dell’insieme e l’insieme medesimo. Tecnica del chiaroscuro necessario per esaltare la plasticità, studio delle ombre. Scelta della giusta fonte luminosa. La luce naturale, ad esempio, presenta diverse varianti, determinate dalla stagione, dall’orario o dalle condizioni atmosferiche, può conferire perciò una miriade di aspetti diversi a tutto ciò che da questa fonte viene illuminato. La luce artificiale offre maggiore versatilità (se ne può determinare l’angolazione o l’intensità). Si presta molto per lavorare in locali chiusi (all’aperto in assenza di luce solare) questo per quanto concerne la luce in quanto causa. In quanto a effetto, sappiamo benissimo che i diversi materiali e la loro diversa natura superficiale, determinano una gamma assortitissima di effetti riflettenti, quello che, se ben rappresentato, in pittura conferisce a qualsiasi soggetto riprodotto, le proprie caratteristiche peculiari. Si studierà poi la composizione, quindi il rapporto che deve sussistere tra spazi vuoti e pieni. Si affronterà infine qualche nozione principale sulla prospettiva. Ciò che è fondamentale, è abituarsi ad osservare il mondo che ci circonda e gli oggetti che dobbiamo imparare a conoscere, per poterli rappresentare graficamente. Per disegnare bene occorre capacità di concentrazione, una posizione comoda all’azione da compiere, buona luce. I primi esercizi che propongo a chiunque si cimenta nella pratica del disegno a mano libera sono i seguenti: esercizi per allenare la mano, come nell’apprendimento della scrittura, è il primo passo affinché il segno risulti sciolto. Come per lo studio su uno strumento musicale, similmente per la grafica, dobbiamo impostare e sciogliere la nostra mano: solo se la abitueremo a “ubbidire” ad ogni comando della mente, in armonia col nostro carattere, esprimeremo quello che si definisce “stile” e potremo diventare dei bravi disegnatori. In secondo tempo, sarà utile esercitarsi copiando immagini bidimensionali, cioè foto, cartoline o quadri di una certa facilità, man mano che l’allievo dimostra buona padronanza del gesto, si potrà passare poi alla rappresentazione di figure più elaborate e complesse. Il terzo passo è copiare dal vero; si tratta di raffigurare tutto ciò che si vede: oggetti, frutta, fiori, persone, particolari di vicoli, paesaggi, per poi affrontare il corpo umano e il ritratto, che sono senza dubbio i temi più impegnativi per eccellenza, dove è richiesta la massima precisione nel disegno, specie se la raffigurazione sia intesa in chiave realista. Nell’arte figurativa esistono due modi di rappresentare il mondo che ci circonda, col quale si cerca di essere il più possibile coerenti alla realtà dell’oggetto osservato, disegnando lentamente, senza immediatezza. Esiste poi un altro tipo di approccio col disegno, dove si cerca di essere veloci nell’osservazione e nella riproduzione concedendo più libertà al gesto. Questo secondo metodo è un ottimo esercizio per memorizzare meglio la realtà e rendere le linee più sicure e cariche di espressività; essendo però un esercizio più difficile del precedente, consiglio di affrontarlo in un secondo tempo. Gli oggetti da raffigurare dal vero, posseggono volume proprio e perciò hanno tre dimensioni: larghezza, lunghezza e profondità, quelli già raffigurati hanno due dimensioni: (si parla di immagini bidimensionali) larghezza e lunghezza, per cui il senso del volume è virtuale, ecco perché creare l’effetto tridimensionale è più difficoltoso, per il semplice motivo che bisogna tradurre le tre in due dimensioni, adoperando tecnica prospettica, chiaroscuro o colore per creare l’illusione ottica del volume, della profondità, dello spazio, caratteristici della realtà in cui siamo abituati a vivere.
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